giovedì 20 maggio 2010

Statistiche scarpe grandi per donne

Nel post del 16 maggio ho analizzato il numero di modelli di scarpa da uomo per taglia offerti da 6 grandi online store di calzature. L'analisi ha ovviamente evidenziato l'enorme differenza di offerta tra i numeri medi e i grandi numeri a partire dal 14/15.
Oggi ho effettuato la stessa analisi per le scarpe da donna come rappresentata nel grafico sottostante.

Esattamente come verificatosi per gli uomini, anche tra le calzature femminili vi è un brusco calo di offerta a partire dal numero 12/13 (43/44 eurosize).


martedì 18 maggio 2010

Più interattività su Gens Alta

Grazie agli strumenti messi a disposizione da MrWebmaster, da oggi Gens Alta ha raggiunto un nuovo livello di interattività.
Sulla colonna di sinistra potrete trovare un Guest Book dove potrete lasciare un segno del vostro passaggio, preferibilmente indicando nome, città di provenienza e altezza. Il nuovo forum vi darà la possibilità di proporre nuovi argomenti e discuterli con gli altri utenti, se invece volete dialogare in tempo reale utilizzate la nuova chat room nella Gens Alta Lounge.
Nella pagina contatti troverete un tool per scrivere a Gens Alta per commenti, domande o consigli in privato.
Non dimenticate di segnalare Gens Alta ai vostri amici alti grazie all'apposita casella di advising.

GA

domenica 16 maggio 2010

Statistiche scarpe grandi

Tendenzialmente, persone alte tendono ad avere numeri di scarpe più grandi spesso difficili da reperire.
Per essere più precisi le scarpe grandi non sono difficili da reperire, perchè ogni persona con un numero grande conosce uno o più indirizzi dove trovare taglie adatte alle proprie necessità, il problema vero è il numero di modelli disponibili per grandi numeri.
Potrei sembrare ingiustificatamente vanitoso, viziato e superficiale in questo mio ossessivo lamentarmi per l'estrema ristrettezza dell'offerta di modelli adatti alle mie dimensioni ma a me piace pensare che sia la mia italianità a lamentarsi. Questo problema negli USA è molto meno sentito, ma anche il gusto nel vestirsi e l'importanza della cura dell'immagine sono molto meno sentite. In Italia curare la propria immagine è da una parte vanità e dall'altra una sorta di rispetto che si deve alle persone con le quali normalmente interagiamo. Oltretutto vedo la possibilità di scegliere come una questione di principio alla quale mi piacerebbe non dover rinunciare.
Per dare una dimensione al problema ho deciso di fare una ricerca, i risultati della quale sono stati riassunti nel grafico sottostante.


Su Internet ho selezionato i sei maggiori siti di vendita di calzature online e ho visto il numero di modelli disponibili per ogni taglia di scarpe (US size). Per difficoltà di conversione (non lineare), ho riportato le taglie statunitensi dalla 1 alla 22 (dalla 32 alla 56 europee).
Le linee colrate riportano i dati trovati per ciascun negozio e possono essere utilizzate per determinare in quale negozio troveremo la maggiore disponibilità di scarpe del nostro numero (cliccando sull'immagine potrete vederla ingrandita su un'altra finestra).
L'area colorata rappresenta nel proprio estremo superiore la somma di tutti i modelli reperiti per singolo numero; nel proprio estremo inferiore rappresenta invece il numero più alto di modelli del singolo numero tra le sei offerte differenti. Per maggior chiarezza se l'offerta di scarpe di taglia 10 fosse stata rispettivamente di 1000, 1500, 2000, 1100, 1800 e 900 modelli per i sei negozi presi in esame, il punto appartenente all'estremo superiore dell'area ga ialla e relativo al numero 10 sarebbe stato 8300 mentre quello relativo alla parte inferiore per lo stesso numero sarebbe stato 2000. Per il numero 10 avremmo avuto quindi un'offerta massima (ma inverosimile) di 8300 modelli, supponendo che non vi sia alcuna corrispondenza nei modelli offerti da i sei negozi e un'offerta minima di 2000 modelli effettivamente offerti dal negozio numero 3, assumendo che vi sia una completa corrispondenza di modelli all'interno delle sei diverse offerte.
Tali assunzioni servono ad individuare un'area di minima e massima offerta nell'impossibilità di contare e confrontare tutti i modelli di scarpe offerte. La linea di offerta reale sarebbe molto simile a quella di minima offerta per quanto riguarda le scarpe grandi e piccole e si sposterebbe probabilmente intorno al 50% per le scarpe di media grandezza.
Dal grafico, che non ha ovviamente alcun valore statistico, si evince che i primi limiti di scelta importanti si presentano dal numero 14 e si intensificano notevolmente dal 15 in su.
Leggendo i dati si ha una situazione per la quale una persona con numero 10 (42/43) può scegliere tra un numero di modelli compreso tra i 10000 e i 30000, una persona che porta un 17 (51) può scegliere tra 260 e 880 modelli.
Nicola


  

venerdì 14 maggio 2010

Belli, Ricchi, Potenti e Felici

Altezza mezza bellezza...ma anche intelligenza, ricchezza, leadership e felicità. Questo è quanto emerge da uno studio del National Bureau of Economic Research.

Dati statistici avrebbero infatti dimostrato che la maggiore altezza è favorevolmente correlata ad un tasso più alto di felicità e di quoziente intellettivo.
Sembrerebbe inoltre che per ogni centimetro oltre la media lo stipendio aumenti dello 0,6%, e che le persone alte tendano a fare carriera e ad assumere ruoli di maggior prestigio rispetto alle persone di statura inferiore.

CARRIERA
Una prova di quanto emerso dallo studio sopra riportato consiste in un'analisi fatta da Malcom Gladwell e pubblicata nel suo libro "Blink".  Mr. Gladwell ha analizzato le caratteristiche fisiche dei CEO (Amministratori Delegati) delle Aziende incluse in "Fortune 500", ovvero le più grandi Aziende statunitensi. Dai risultati è emerso che l'altezza media dei CEO è circa 7,6 cm maggiore di quella dell'americano medio; che il numero di americani più alti di 1,83 è rappresentato dal 15% della popolazione mentre il numero di CEO più alti di 1,83 è ben il 58% della popolazione di riferimento e che il 30% dei CEO ha un altezza uguale o superiore a 1,90.
Una motivazione psicologica di tale effetto potrebbe risiedere nel senso di sicurezza provocata da un corpo più grande, che è la stessa per la quale solitamente le donne scelgono un compagno più alto di loro.  Una seconda causa di questo fenomeno risiede nel maggior senso di sicurezza e autostima che le persone alte acquisiscono sin dall'infanzia nei confronti dei loro compagni di classe più piccoli e che crescendo ne aumentano la leadership.
E' stato inoltre osservato che nei rapporti di lavoro, lo spazio che si interpone tra due pari-livello che interagiscono è significativamente minore che lo spazio che si concede ad un superiore. Per motivi prettamente fisici, lo spazio interpersonale che si concede ad una persona alta coincide con quello che si concede ai superiori. Alcuni sociologi e psicologi sostengono che questa dinamica favorisca le capacità di leadership dei più alti e che li ponga comunque in una posizione visivamente dominante rispetto ai colleghi.


RICCHEZZA
Un'altra ricerca statunitense ha calcolato che per ogni centimetro di altezza oltre la media lo stipendio mensile aumenta di 230 euro, quota molto più alta che lo 0,6% dello studio precedentemente citato.
Come giustamente osservato da Arianne Cohen (vedi post precedente), al di la delle implicazioni personali (io dovrei guadagnare circa 120,000 euro l'anno), rapportando questo dato alla massa emerge che, ogni anno, negli Stati Uniti circa 170 miliardi di dollari di stipendi si spostano dal quartile di popolazione più bassa a quello di popolazione più alta.

FELICITA'
I dati relativi alla felicità sarebbero essenzialmente frutto delle risposte del campione a domande pertinenti. Dallo studio sarebbe emerso che vi è una grande differenza statistica nel minor numero di persone alte che si definiva profondamente infelice o insoddisfatto rispetto alle persone più basse.
D'altra parte, se i risultati dello studio sono veri per quanto riguarda carriera e ricchezza (già tra loro correlati) non è difficile supporre che i dati relativi alla felicità possano essere ad essi correlati.
E' vero che i soldi non fanno la felicità...ma la imitano benissimo.  

INTELLIGENZA
Le maggiori capacità intellettive delle persone alte sarebbero strettamente legate allo stesso accrescimento fisico e determinate da una migliore qualità di vita in termini di migliore nutrimento e minore stress.
Sembrerebbe dimostrato che nutrizione e stress abbiano effetti sull'accrescimento del corpo e sulle capacità cerebrali, sia al livello generazionale che, specialmente nei primi tre anni di vita, nel singolo individuo. A testimonianza di ciò, si può considerare che l'evoluzione dell'altezza media di un paese viene periodicamente analizzata per determinare periodi di crisi o l'insorgere di cattive abitudini alimentari o di rischiosi stili di vita.

Tutti i dati riportati in questo post fanno riferimento agli Stati Uniti e in Italia?

In Italia Berlusconi è uno degli uomini più ricchi e potenti......a noi alti conviene emigrare negli USA.

Nicola

mercoledì 12 maggio 2010

Arianne Cohen

Oggi ho scoperto Arianne Cohen.

Arianne è una giornalista, una scrittrice, ex-nuotatrice, un'editrice, alta 1 metro e 91 centimetri e una dei "Tall Activists" più in vista negli Stati Uniti e sopratutto è autrice del libro "The Tall Book".

Il libro, già definito dalla critica la nuova bibbia per le persone alte, racconta l'altezza in tutte le sue sfaccettature. Arianne intervista, indaga, racconta in un libro che risulta una via di mezzo tra un diario personale e il risultato di una particolare ricerca sociologica, il tutto con un grande senso di humor che diverte e fa riflettere.
Disponibile solo in inglese potete acquistarlo on-line su Amazon.

Nel compiere le ricerche necessarie alla scrittura del libro, Cohen ha scoperto che molte aziende sono completamente inconsapevoli del fatto che i loro prodotti non siano adatti a persone con statura fuori dalla norma e molte di esse si sono immediatamente attivate per risolvere tale problema ed accedere così ad una nuova fetta di mercato. Anche dopo aver finito il libro l'organizzazione di Arianne continua a recepire segnalazioni da lettori alti per rappresentarle alle Aziende produttrici.

Consiglio a chiunque sia in grado di leggere in inglese una visita sul suo sito: www.ariannecohen.com, in particolare la lettura di un intervista dove spiega perché le persone alte tendono ad avere più successo, più soldi, più promozioni e un IQ più alto.

Nicola

Un esempio per Alitalia



Dopo aver scritto abbondantemente di voli aerei su un mio precedente post, oggi ho scoperto che negli Stati Uniti esiste una compagnia, la JetBlue, che in fase di prenotazione, prevede la possibilità di scegliere il proprio posto con 4 inch (circa 10 cm) di spazio in più per le gambe (vedi foto).
La JetBlue ha sapientemente utilizzato questo servizio come messaggio promozionale facendo notizia e guadagnandone considerevolmente in termini di brand awareness.
Purtroppo la JetBlue effettua solamente voli interni negli States, rimane comunque un esempio per tutte le altre compagnie aeree che spero si adeguino/evolvano al più presto. 


Nicola

lunedì 10 maggio 2010

L'esame di scuola guida

Come già citato in precedenti posts, le automobili rappresentano spesso un problema per le persone con altezze superiori alla media, specialmente considerando il fatto che se con un piccolo sforzo economico si possono comprare jeans adatti alle nostre misure, serve ben più di un piccolo sforzo economico per poterci permettere vetture adeguatamente spaziose.
Il problema auto si è presentato, come è naturale che sia, al compimento dei 18 anni quando, come tutti i miei coetanei sono corso in una scuola guida per iscrivermi e prendere la tanto attesa patente. Diversamente da tutti i miei coetanei ho dovuto girare più di una scuola guida per trovarne una che avesse un auto adatta alle mie misure. Le scuole guida tendono ad avere automobili di piccole dimensioni ed estremamente spartane, il che si traduce in auto piccola con sedile e sterzo non regolabili in altezza e per legge bisogna utilizzare le loro autovetture fornite di doppi pedali. All'epoca erano molto popolari le panda, le punto, le 600, le 500 e nessuna di queste risultava abbastanza spaziosa per le mie gambe. Il problemi erano legati principalmente allo spazio tra il volante e lo sportello, dove sarebbe dovuto entrare il mio ginocchio e alla posizione della gamba destra rispetto al cambio, infatti se una persona normale mette le proprie gambe sotto il volante, una persona alta le deve mettere intorno al volante.
Dopo molto girare l'unica soluzione possibile si rivelò una scuola guida che utilizzava delle Lancia Y, non era un'automobile adatta alle mie dimensioni ma almeno riuscivo a chiudere lo sportello e impugnare il cambio.
E' difficile descrivere la posizione del mio corpo in quell'auto senza l'ausilio di immagini ma tenterò l'impresa.
Cominciamo con il dire che il mio ginocchio sinistro toccava sia il volante che la portiera e che quindi sterzando, non potevo accompagnare il volante oltre la linea del ginocchio ma ero costretto a una serie di passaggi di mano; i miei occhi erano all'altezza della parte leggermente oscurata del parabrezza e per vedere la strada ero costretto a ingobbirmi in avanti ritraendo il collo; i miei piedi erano troppo lunghi e troppo larghi per i pedali della Y e mentre tenevo il piede sinistro appoggiato sopra la frizione, per non correre il rischio di premere anche il freno prima di un cambio marcia e il piede destro con il tallone che toccava quello del sinistro, inclinato lateralmente a circa 30°,  premeva con la punta l'acceleratore, la cintura di sicurezza non sapevo se metterla sopra il braccio destro o sotto l'ascella.
Spero di aver reso l'idea e comunque in caso non lo avessi fatto sono sicuro di aver creato abbastanza confusione da rispecchiare la realtà di quel momento.
Nelle condizioni sopra descritte iniziai le lezioni, passai subito la teoria, arrivò la pratica e venni bocciato.
Mi bocciarono perché l'ingegnere stabilì che sebbene non avessi fatto errori macroscopici le ero sembrato un po goffo. Oggi non avrei accettato quel tipo di giustificazione ma all'epoca mi presi la mia bocciatura, tornai a casa triste e con un senso di subita ingiustizia.
Non mi arresi e l'esame successivo presi finalmente la patente.
Presa la patente avevo bisogno di una macchina e in famiglia avevamo una vecchia uno bianca che sembrava fare al caso di un neopatentato un po goffo, dimensioni a parte.
Per risolvere il problema dello spazio portiera-volante, l'unico difetto di quell'auto, acquistai a Porta Portese un volante da corsa della Momo, più piccolo dei volanti normali e risolsi il problema, oltretutto agli occhi di un diciottenne era anche molto bello sebbene non indicabile in auto senza servosterzo.
Nicola


 

giovedì 6 maggio 2010

Paura di volare

Si, ho paura di volare e come è facile intuire la mia paura non è dovuta all'altezza dell'aereo dal suolo, ma alla mia altezza nell'aereo. e non solo.
Penso di non espormi troppo dicendo che l'aeronautica è forse il settore più razzista verso le persone alte. Posso sorvolare (notare la scelta del vocabolo...) sul fatto che esista un limite di altezza per lavorare in aereo e che possano venire infranti (e anche qui potevo usare "tappate le ali""...) i sogni di molti bambini, aspiranti piloti o astronauti ma destinati da madre natura ad altri tipi di "altezze".
Parliamo invece di un aspetto che ai meno alti potrebbe sfuggire, ovvero della gestione dei bagagli. In aereoporto esistono regole rigidissime sulle dimensioni, peso e quantità di questi ultimi, siano essi destinati alla consegna o al trasporto in cabina. Non ho nulla da obbiettare a tali limiti, necessari per ovvi motivi, se non il fatto che non tengono conto di alcune variabili, tra le quali l'altezza del passeggero. Il bagaglio a mano, dove la maggior parte dei passeggeri riesce a sistemare il necessario per un paio di giorni è sufficiente a malapena ad ospitare le mie scarpe ed ecco che mi vedo spesso costretto a consegnare il bagaglio anche su piccoli spostamenti con conseguenti perdite, danni o semplicemente ritardi alla consegna.
Se il mio viaggio dovesse durare più di due giorni e avessi effettivamente bisogno di una valigia più grande, spesso ci si trova a confrontarsi con il problema relativo al peso delle valige e se nel caso precedente la pena è la consegna del bagaglio, in questo caso si viene praticamente obbligati all'acquisto di un secondo biglietto (o quasi). Le linee aeree sembrano completamente indifferenti al fatto che un paio di scarpe numero 51 pesa il doppio di un 40 e così via con cappotti, magliette, abiti e persino cravatte e calzini. A questo punto le nostre opzioni sono tre: pagare l'extra, sacrificare capi d'abbigliamento, tra l'altro difficilissimi da trovare o argomentare con l'hostess di terra sperando di non trovare un aspirante Davide in attesa del suo Golia.
Tutto questo succede al check-in, il livello di tensione è già altissimo e ancora non siamo neanche entrati in aereo, dove sappiamo che ci aspetterà la parte peggiore del viaggio, specialmente se allo stesso check-in ci hanno negato la contesissima uscita di emergenza.
La tecnica di viaggiare nelle uscite di emergenza è talmente consolidata nelle usanze dei viaggiatori fuori misura da essere in qualche caso utilizzata come status symbol di altezza da tutti quei soggetti di media statura che non accettano il fatto di essere semplicamente...di media statura. Questo è il motivo per il quale, quando non riuscendo a prendere per tempo l'uscita di emergenza ed essendo costretto dalle misure a chiedere uno scambio di posti  per poter viaggiare sull'unica poltrona più ambita di quella di Palazzo Chigi, non è raro sentirsi rispondere dal basso di 185 cm: "Sono alto anche io e ho chiesto esplicitamente questo posto".
Ci si ritrova quindi, schiacciati tra due sedili la quale distanza l'uno dall'altro è circa 3/4 del nostro femore con il passeggero che ci viaggia di fronte che ha la pretesa di reclinare il sedile. Arrivati a questo punto del viaggio mi ritrovo trasformato in un essere ignorante, incazzato e sopratutto incapace di intendere o di volere e il passeggero che innocentemente cerca di reclinare il suo schienale sulle mie ginocchia viene violentemente respinto nella sua posizione originale in un atto di sfida, sperando che essa venga raccolta con una lamentela del poveretto per darmi ulteriori opportunità di sfogo (o forse solo di lamentela).
Il viaggio prosegue e in una posizione che farebbe invidia a qualsiasi maestro di yoga riesco ad addormentarmi, posizione che prevede sempre una gamba adagiata sul corridoio. Tutto sembra andare un pochino meglio quando l'hostess decide che è il momento di servire bibite e snack ai passeggeri e regolarmente mi sveglia, non domandandomi cosa voglia ma urtando la mia gamba con il pesantissimo e spigolosissimo carrello delle bibite. Sembra un'esagerazione ma succede realmente, almeno la metà delle volte che mi ritrovo costretto in tale posizione.
Schienali bassi, vassoi che non si aprono perchè bloccati dalle gambe, i sedili della prima classe reclinabili elettronicamente che nel reclinarsi rischiano di tranciare piedi troppo lunghi se non rimossi dal loro appoggio,  plaid e calzini da viaggio piccoli sono altri disagi ai quali siamo costretti, comunque irrisori rispetto al disagio numero uno: il bagno.
Ancora oggi non ho trovato un modo, o meglio una posizione, per andare in bagno in aereo. Dal momento che il water viene posizionato sotto la curvatura della parete esterna, per andare in bagno teoricamente dovrei assumenre una posizione simile a quella di un ballerino di limbo, praticamente evito di andarci e me la tengo, così come mi tengo tutto il resto.
Finalmente si arriva e con la decisione di sporgere denuncia per maltrattamenti alla compagnia aerea scendo dall'aereo, a casa mi calmo, domani è un altro giorno e passa tutto.
Il problema è che domani è anche un altro viaggio...in aereo...
Grazie per la pazienza
Nicola

mercoledì 5 maggio 2010

Nuova risorsa per Tall Jeans

Stavo cercando risorse interessanti da aggiungere nell'apposita pagina del blog e con enorme piacere, ho scoperto che esiste un sito dove ci si può disegnare i propri jeans selezionando lunghezze fino a 40" (In Italia si trova difficilmente la 36").
Si chiama Indi Denim, si sceglie il fitting, l'apertura alla caviglia, la tipologia di chiusura, la tipologia di tasche, il colore, il grado di invecchiamento, circonferenza vita, lunghezza gamba e il gioco è fatto.
Il prezzo non è dei migliori ma a questo siamo già abituati.
Nicola

Celebrity Height

Ho scoperto che su Internet esiste un sito interamente dedicato all'altezza dei famosi.
In una sezione del sito: http://www.celebheights.com/s/compare.php è possibile inserire la propria altezza e vedere quali vip sono alti come noi.
Nel mio caso è uscito Kevin Garnett, noto giocatore NBA.
L'altezza è in piedi e pollici quindi tenete a mente la seguente tabella:

lunedì 3 maggio 2010

Le Ogan

Ho appena iniziato la ricerca di un paio di scarpe casual, qualcosa da portare con jeans e camicia, possibilmente sul marrone o sul blu, qualcosa tipo Hogan ma io ho un 51 e in questi casi le opzioni si riducono in modo drastico.
Normalmente quando inizio la ricerca di un paio di scarpe casual o classiche vado subito a vedere cosa hanno da offrirmi i negozi specializzati in grandi misure e grazie a Internet riesco a guardare le loro vetrine stando comodamente seduto sulla mia poltrona di casa.
Questo tipo di negozi offre solitamente prodotti molto validi per quanto riguarda il classico, quando si cercano scarpe casual invece, sebbene solitamente di ottima qualità, i produttori di scarpe sembrano avere la tendenza ad imitare in modo spudorato i modelli di scarpe più in voga del momento. Tra i più venduti si trovano numerosi modelli di Hogan dove il simbolo H è stato sostituito da una sorta di U rovesciata o bellissime Merrel con il simbolo "M" ribaltato e ci sono anche delle simil-Bikkembergs con una scritta illeggibile sulla fascetta bianca.
Ogni volta che inizio una ricerca apro uno dopo l'altro i siti sopramenzionati con la consapevolezza di ciò che vi troverò all'interno ma una piccola speranza, scaramanticamente trattenuta nell'inconscio, di trovarvi marche vere o modelli originali che puntualmente si trasforma in illusione.
Nicola

domenica 2 maggio 2010

La bicicletta (La tassa sull'altezza)

Parte della vita di una persona alta è la raccolta di informazioni e risorse relative a negozi, siti e marche che possano soddisfarne le esigenze e i bisogni.
Dopo decenni di altezza decisamente oltre la media oggi posso dire di avere risorse necessarie per coprire un buon 80% delle mie necessità: so dove posso acquistare scarpe, camice, maglioni, pantaloni e abiti, so come cavarmela con aerei e treni e quale auto noleggiare per non trovare sorprese relative alle dimensioni del posto guida.
A questo punto mi sembra doveroso un consiglio: "Mai smettere di informarsi e cercare", ricordo ancora con terrore il giorno in cui scoprì che la "mia" marca di jeans era fallita: l'Indian Rags, gli unici abbastanza lunghi con un ottimo taglio e qualità.  Ancora oggi non ho pienamente rimpiazzato il fornitore di jeans e sto lavorando su Lucky Brand, molto difficile da trovare in Italia. 
Tornando al titolo del post, la bicicletta rappresenta, a mio avviso, l'essenza dei problemi legati all'alta statura.
Sono circa due anni che cerco una soluzione e ad oggi non ne ho trovata alcuna senza dover spendere più di 3000 euro per un telaio su misura. La bicicletta più di ogni altra cosa mi ha spinto a voler aprire questo spazio per condividere con altre persone alte alcuni pensieri, consigli e riflessioni.
La bicicletta non è il problema da risolvere assolutamente, si vive anche senza pedalare, altrimenti non avrei esitato a spendere 3000 euro, rappresenta invece il simbolo della mancanza di opzioni con la quale ci dobbiamo confrontare ogni volta che decidiamo di effettuare un acquisto taglia-dipendente.
La mancanza di opzioni è sicuramente antipatica se pensiamo alla moda, allo stile e all'estetica di ciò che acquistiamo, diventa invece un problema importante se si pensa al lato economico.
Non tutte le persone alte hanno stipendi da dirigente ma molte ne avrebbero bisogno. 
Personalmente ho iniziato la mia "carriera" in azienda da stgeur, come tante altre persone, con una retribuzione di 300 euro al mese per sei mesi poi 500 euro e così via. Per lavorare avevo bisogno di almeno due o tre abiti che a causa della mia statura vanno fatti esclusivamente su misura a non meno di 600 euro l'uno più scarpe (150 euro) e camice (80 euro)...fortuna che i miei potevano aiutarmi. I miei colleghi di stage potevano acquistare abiti, di dubbia qualità, anche a 100 euro, io ero sicuramente bellissimo ma ho dovuto aspettare qualche anno per dichiarare indipendenza dai miei.
Quest'ultimo esempio è riferito a me, neolaureato, con genitori alle spalle e una situazione economica (dei miei) della quale non mi potevo lamentare, ma non è difficile immaginare situazioni analoghe per padri di famiglia che con stipendi da 1000 a 1500 euro devono vincolare parte del proprio stipendio alla mancanza di opzioni: la tassa sull'altezza. 
Nicola

P.S.  Se sapete dove trovare biciclette grandi a prezzi ragionevoli fatemelo sapere :)
     
  


Altezza mezza bellezza...

un titolo davvero scontato, come d'altronde la maggior parte delle battute sull'altezza che sono costretto a sentire quotidianamente: "Che tempo fa lassù?", "Ma che t'hanno innaffiato?", "Ma quanti siete?", "Mi presti 10 centimetri?" (Se ne bastassero 10...) la più originale è stata "Ma che stai ar secondo piano?" da parte di un cameriere del noto ristorante romano "La Parolaccia" e un sorriso me lo ha strappato.
Non è questo comunque l'argomento di questo post, ovvero lo è in parte. Il fatto è che volendo essere questo un sito di scambio di informazioni e suggerimenti, si parlerà prevalentemente dei problemi legati all'altezza e prima di cominciare le lamentele napoletane (senza offesa per i partenopei) ci tenevo a fare uno statement: "Io amo la mia altezza e non ne cederei neanche 1 centimetro!" .
Non so come voi viviate la vostra altezza ma io, pur essendo molto timido, amo il fatto di non passare inosservato e amo il fatto di essere diverso dalla media. Le stesse battute che siamo costretti a ricevere indicano che sicuramente l'altezza è percepita come un elemento positivo, infatti non ci verrebbe mai in mente di andare da una persona obesa e chiedergli il peso ma apparentemente (noi italiani) non ci facciamo troppi problemi ad indagare la statura di una persona.
Tenevo a chiarire la mia posizione perché non sembri nel corso dei vari posts che tratti l'altezza come una malattia da affrontare o come qualche tipo di maledizione divina.
A presto

Nicola

venerdì 30 aprile 2010

Ciao a tutti,

questa mattina mi sono svegliato deciso ad inserire il primo post della "prima" web community italiana di gente alta e ho avuto subito una sorpresa...ne esiste già un'altra.
Ho avuto la presunzione di definirla "prima" perché essendo alto 2 metri e 10 e alla continua ricerca di soluzioni per persone alte da anni non faccio che cercare e su Google tall clubs o community, trovandone moltissime internazionali, sopratutto statunitensi ma mai nessuna italiana.
Questa mattina, prima di iniziare volevo leggerne una straniera, per vedere come avevano impostato i primi posts e come le community erano presentate ai lettori, digito "tall club" e il primo risultato è un sito italiano... Devo dire che invidia e dispiacere per essere arrivato troppo tardi sono durate solo pochi secondi. a queste emozioni si è sostituita immediatamente la sensazione di non essere il solo a vivere l'altezza come una cosa sicuramente bella ma tremendamente scomoda e ho avuto la percezione di aver trovato un alleato e non un concorrente.
D'altronde il mio obiettivo non era quello di essere il primo ma semplicemente quello di creare una piattaforma dove scambiare opinioni, esperienze, e sopratutto informazioni e consigli per godersi al meglio la propria altezza.
Detto questo devo un link a http://www.tallclub.it/ e sopratutto tanti complimenti a Silvia per l'idea e per il bel sito che ha costruito.
Io nel frattempo andrò avanti con il mio cercando di sinegrizzare il più possibile con gli argomenti trattati da tallclub sperando di esserne "all'altezza".
Un saluto
Nicola