giovedì 20 maggio 2010

Statistiche scarpe grandi per donne

Nel post del 16 maggio ho analizzato il numero di modelli di scarpa da uomo per taglia offerti da 6 grandi online store di calzature. L'analisi ha ovviamente evidenziato l'enorme differenza di offerta tra i numeri medi e i grandi numeri a partire dal 14/15.
Oggi ho effettuato la stessa analisi per le scarpe da donna come rappresentata nel grafico sottostante.

Esattamente come verificatosi per gli uomini, anche tra le calzature femminili vi è un brusco calo di offerta a partire dal numero 12/13 (43/44 eurosize).


martedì 18 maggio 2010

Più interattività su Gens Alta

Grazie agli strumenti messi a disposizione da MrWebmaster, da oggi Gens Alta ha raggiunto un nuovo livello di interattività.
Sulla colonna di sinistra potrete trovare un Guest Book dove potrete lasciare un segno del vostro passaggio, preferibilmente indicando nome, città di provenienza e altezza. Il nuovo forum vi darà la possibilità di proporre nuovi argomenti e discuterli con gli altri utenti, se invece volete dialogare in tempo reale utilizzate la nuova chat room nella Gens Alta Lounge.
Nella pagina contatti troverete un tool per scrivere a Gens Alta per commenti, domande o consigli in privato.
Non dimenticate di segnalare Gens Alta ai vostri amici alti grazie all'apposita casella di advising.

GA

domenica 16 maggio 2010

Statistiche scarpe grandi

Tendenzialmente, persone alte tendono ad avere numeri di scarpe più grandi spesso difficili da reperire.
Per essere più precisi le scarpe grandi non sono difficili da reperire, perchè ogni persona con un numero grande conosce uno o più indirizzi dove trovare taglie adatte alle proprie necessità, il problema vero è il numero di modelli disponibili per grandi numeri.
Potrei sembrare ingiustificatamente vanitoso, viziato e superficiale in questo mio ossessivo lamentarmi per l'estrema ristrettezza dell'offerta di modelli adatti alle mie dimensioni ma a me piace pensare che sia la mia italianità a lamentarsi. Questo problema negli USA è molto meno sentito, ma anche il gusto nel vestirsi e l'importanza della cura dell'immagine sono molto meno sentite. In Italia curare la propria immagine è da una parte vanità e dall'altra una sorta di rispetto che si deve alle persone con le quali normalmente interagiamo. Oltretutto vedo la possibilità di scegliere come una questione di principio alla quale mi piacerebbe non dover rinunciare.
Per dare una dimensione al problema ho deciso di fare una ricerca, i risultati della quale sono stati riassunti nel grafico sottostante.


Su Internet ho selezionato i sei maggiori siti di vendita di calzature online e ho visto il numero di modelli disponibili per ogni taglia di scarpe (US size). Per difficoltà di conversione (non lineare), ho riportato le taglie statunitensi dalla 1 alla 22 (dalla 32 alla 56 europee).
Le linee colrate riportano i dati trovati per ciascun negozio e possono essere utilizzate per determinare in quale negozio troveremo la maggiore disponibilità di scarpe del nostro numero (cliccando sull'immagine potrete vederla ingrandita su un'altra finestra).
L'area colorata rappresenta nel proprio estremo superiore la somma di tutti i modelli reperiti per singolo numero; nel proprio estremo inferiore rappresenta invece il numero più alto di modelli del singolo numero tra le sei offerte differenti. Per maggior chiarezza se l'offerta di scarpe di taglia 10 fosse stata rispettivamente di 1000, 1500, 2000, 1100, 1800 e 900 modelli per i sei negozi presi in esame, il punto appartenente all'estremo superiore dell'area ga ialla e relativo al numero 10 sarebbe stato 8300 mentre quello relativo alla parte inferiore per lo stesso numero sarebbe stato 2000. Per il numero 10 avremmo avuto quindi un'offerta massima (ma inverosimile) di 8300 modelli, supponendo che non vi sia alcuna corrispondenza nei modelli offerti da i sei negozi e un'offerta minima di 2000 modelli effettivamente offerti dal negozio numero 3, assumendo che vi sia una completa corrispondenza di modelli all'interno delle sei diverse offerte.
Tali assunzioni servono ad individuare un'area di minima e massima offerta nell'impossibilità di contare e confrontare tutti i modelli di scarpe offerte. La linea di offerta reale sarebbe molto simile a quella di minima offerta per quanto riguarda le scarpe grandi e piccole e si sposterebbe probabilmente intorno al 50% per le scarpe di media grandezza.
Dal grafico, che non ha ovviamente alcun valore statistico, si evince che i primi limiti di scelta importanti si presentano dal numero 14 e si intensificano notevolmente dal 15 in su.
Leggendo i dati si ha una situazione per la quale una persona con numero 10 (42/43) può scegliere tra un numero di modelli compreso tra i 10000 e i 30000, una persona che porta un 17 (51) può scegliere tra 260 e 880 modelli.
Nicola


  

venerdì 14 maggio 2010

Belli, Ricchi, Potenti e Felici

Altezza mezza bellezza...ma anche intelligenza, ricchezza, leadership e felicità. Questo è quanto emerge da uno studio del National Bureau of Economic Research.

Dati statistici avrebbero infatti dimostrato che la maggiore altezza è favorevolmente correlata ad un tasso più alto di felicità e di quoziente intellettivo.
Sembrerebbe inoltre che per ogni centimetro oltre la media lo stipendio aumenti dello 0,6%, e che le persone alte tendano a fare carriera e ad assumere ruoli di maggior prestigio rispetto alle persone di statura inferiore.

CARRIERA
Una prova di quanto emerso dallo studio sopra riportato consiste in un'analisi fatta da Malcom Gladwell e pubblicata nel suo libro "Blink".  Mr. Gladwell ha analizzato le caratteristiche fisiche dei CEO (Amministratori Delegati) delle Aziende incluse in "Fortune 500", ovvero le più grandi Aziende statunitensi. Dai risultati è emerso che l'altezza media dei CEO è circa 7,6 cm maggiore di quella dell'americano medio; che il numero di americani più alti di 1,83 è rappresentato dal 15% della popolazione mentre il numero di CEO più alti di 1,83 è ben il 58% della popolazione di riferimento e che il 30% dei CEO ha un altezza uguale o superiore a 1,90.
Una motivazione psicologica di tale effetto potrebbe risiedere nel senso di sicurezza provocata da un corpo più grande, che è la stessa per la quale solitamente le donne scelgono un compagno più alto di loro.  Una seconda causa di questo fenomeno risiede nel maggior senso di sicurezza e autostima che le persone alte acquisiscono sin dall'infanzia nei confronti dei loro compagni di classe più piccoli e che crescendo ne aumentano la leadership.
E' stato inoltre osservato che nei rapporti di lavoro, lo spazio che si interpone tra due pari-livello che interagiscono è significativamente minore che lo spazio che si concede ad un superiore. Per motivi prettamente fisici, lo spazio interpersonale che si concede ad una persona alta coincide con quello che si concede ai superiori. Alcuni sociologi e psicologi sostengono che questa dinamica favorisca le capacità di leadership dei più alti e che li ponga comunque in una posizione visivamente dominante rispetto ai colleghi.


RICCHEZZA
Un'altra ricerca statunitense ha calcolato che per ogni centimetro di altezza oltre la media lo stipendio mensile aumenta di 230 euro, quota molto più alta che lo 0,6% dello studio precedentemente citato.
Come giustamente osservato da Arianne Cohen (vedi post precedente), al di la delle implicazioni personali (io dovrei guadagnare circa 120,000 euro l'anno), rapportando questo dato alla massa emerge che, ogni anno, negli Stati Uniti circa 170 miliardi di dollari di stipendi si spostano dal quartile di popolazione più bassa a quello di popolazione più alta.

FELICITA'
I dati relativi alla felicità sarebbero essenzialmente frutto delle risposte del campione a domande pertinenti. Dallo studio sarebbe emerso che vi è una grande differenza statistica nel minor numero di persone alte che si definiva profondamente infelice o insoddisfatto rispetto alle persone più basse.
D'altra parte, se i risultati dello studio sono veri per quanto riguarda carriera e ricchezza (già tra loro correlati) non è difficile supporre che i dati relativi alla felicità possano essere ad essi correlati.
E' vero che i soldi non fanno la felicità...ma la imitano benissimo.  

INTELLIGENZA
Le maggiori capacità intellettive delle persone alte sarebbero strettamente legate allo stesso accrescimento fisico e determinate da una migliore qualità di vita in termini di migliore nutrimento e minore stress.
Sembrerebbe dimostrato che nutrizione e stress abbiano effetti sull'accrescimento del corpo e sulle capacità cerebrali, sia al livello generazionale che, specialmente nei primi tre anni di vita, nel singolo individuo. A testimonianza di ciò, si può considerare che l'evoluzione dell'altezza media di un paese viene periodicamente analizzata per determinare periodi di crisi o l'insorgere di cattive abitudini alimentari o di rischiosi stili di vita.

Tutti i dati riportati in questo post fanno riferimento agli Stati Uniti e in Italia?

In Italia Berlusconi è uno degli uomini più ricchi e potenti......a noi alti conviene emigrare negli USA.

Nicola

mercoledì 12 maggio 2010

Arianne Cohen

Oggi ho scoperto Arianne Cohen.

Arianne è una giornalista, una scrittrice, ex-nuotatrice, un'editrice, alta 1 metro e 91 centimetri e una dei "Tall Activists" più in vista negli Stati Uniti e sopratutto è autrice del libro "The Tall Book".

Il libro, già definito dalla critica la nuova bibbia per le persone alte, racconta l'altezza in tutte le sue sfaccettature. Arianne intervista, indaga, racconta in un libro che risulta una via di mezzo tra un diario personale e il risultato di una particolare ricerca sociologica, il tutto con un grande senso di humor che diverte e fa riflettere.
Disponibile solo in inglese potete acquistarlo on-line su Amazon.

Nel compiere le ricerche necessarie alla scrittura del libro, Cohen ha scoperto che molte aziende sono completamente inconsapevoli del fatto che i loro prodotti non siano adatti a persone con statura fuori dalla norma e molte di esse si sono immediatamente attivate per risolvere tale problema ed accedere così ad una nuova fetta di mercato. Anche dopo aver finito il libro l'organizzazione di Arianne continua a recepire segnalazioni da lettori alti per rappresentarle alle Aziende produttrici.

Consiglio a chiunque sia in grado di leggere in inglese una visita sul suo sito: www.ariannecohen.com, in particolare la lettura di un intervista dove spiega perché le persone alte tendono ad avere più successo, più soldi, più promozioni e un IQ più alto.

Nicola

Un esempio per Alitalia



Dopo aver scritto abbondantemente di voli aerei su un mio precedente post, oggi ho scoperto che negli Stati Uniti esiste una compagnia, la JetBlue, che in fase di prenotazione, prevede la possibilità di scegliere il proprio posto con 4 inch (circa 10 cm) di spazio in più per le gambe (vedi foto).
La JetBlue ha sapientemente utilizzato questo servizio come messaggio promozionale facendo notizia e guadagnandone considerevolmente in termini di brand awareness.
Purtroppo la JetBlue effettua solamente voli interni negli States, rimane comunque un esempio per tutte le altre compagnie aeree che spero si adeguino/evolvano al più presto. 


Nicola

lunedì 10 maggio 2010

L'esame di scuola guida

Come già citato in precedenti posts, le automobili rappresentano spesso un problema per le persone con altezze superiori alla media, specialmente considerando il fatto che se con un piccolo sforzo economico si possono comprare jeans adatti alle nostre misure, serve ben più di un piccolo sforzo economico per poterci permettere vetture adeguatamente spaziose.
Il problema auto si è presentato, come è naturale che sia, al compimento dei 18 anni quando, come tutti i miei coetanei sono corso in una scuola guida per iscrivermi e prendere la tanto attesa patente. Diversamente da tutti i miei coetanei ho dovuto girare più di una scuola guida per trovarne una che avesse un auto adatta alle mie misure. Le scuole guida tendono ad avere automobili di piccole dimensioni ed estremamente spartane, il che si traduce in auto piccola con sedile e sterzo non regolabili in altezza e per legge bisogna utilizzare le loro autovetture fornite di doppi pedali. All'epoca erano molto popolari le panda, le punto, le 600, le 500 e nessuna di queste risultava abbastanza spaziosa per le mie gambe. Il problemi erano legati principalmente allo spazio tra il volante e lo sportello, dove sarebbe dovuto entrare il mio ginocchio e alla posizione della gamba destra rispetto al cambio, infatti se una persona normale mette le proprie gambe sotto il volante, una persona alta le deve mettere intorno al volante.
Dopo molto girare l'unica soluzione possibile si rivelò una scuola guida che utilizzava delle Lancia Y, non era un'automobile adatta alle mie dimensioni ma almeno riuscivo a chiudere lo sportello e impugnare il cambio.
E' difficile descrivere la posizione del mio corpo in quell'auto senza l'ausilio di immagini ma tenterò l'impresa.
Cominciamo con il dire che il mio ginocchio sinistro toccava sia il volante che la portiera e che quindi sterzando, non potevo accompagnare il volante oltre la linea del ginocchio ma ero costretto a una serie di passaggi di mano; i miei occhi erano all'altezza della parte leggermente oscurata del parabrezza e per vedere la strada ero costretto a ingobbirmi in avanti ritraendo il collo; i miei piedi erano troppo lunghi e troppo larghi per i pedali della Y e mentre tenevo il piede sinistro appoggiato sopra la frizione, per non correre il rischio di premere anche il freno prima di un cambio marcia e il piede destro con il tallone che toccava quello del sinistro, inclinato lateralmente a circa 30°,  premeva con la punta l'acceleratore, la cintura di sicurezza non sapevo se metterla sopra il braccio destro o sotto l'ascella.
Spero di aver reso l'idea e comunque in caso non lo avessi fatto sono sicuro di aver creato abbastanza confusione da rispecchiare la realtà di quel momento.
Nelle condizioni sopra descritte iniziai le lezioni, passai subito la teoria, arrivò la pratica e venni bocciato.
Mi bocciarono perché l'ingegnere stabilì che sebbene non avessi fatto errori macroscopici le ero sembrato un po goffo. Oggi non avrei accettato quel tipo di giustificazione ma all'epoca mi presi la mia bocciatura, tornai a casa triste e con un senso di subita ingiustizia.
Non mi arresi e l'esame successivo presi finalmente la patente.
Presa la patente avevo bisogno di una macchina e in famiglia avevamo una vecchia uno bianca che sembrava fare al caso di un neopatentato un po goffo, dimensioni a parte.
Per risolvere il problema dello spazio portiera-volante, l'unico difetto di quell'auto, acquistai a Porta Portese un volante da corsa della Momo, più piccolo dei volanti normali e risolsi il problema, oltretutto agli occhi di un diciottenne era anche molto bello sebbene non indicabile in auto senza servosterzo.
Nicola